All'idea di memoria come serbatoio che raccoglie contenuti inerti, ormai logorati dal passare del tempo, si accompagna spesso la tendenza a considerare un museo come ambiente poco interattivo, i cui spettatori non sono chiamati a mettersi in gioco come protagonisti attivi del loro passaggio. Questo progetto si muove nella direzione opposta: mira al coinvolgimento totale del visitatore. Il memoriale dedicato al milite ignoto si snoda seguendo un percorso spirituale che guida il visitatore verso la sperimentazione di dimensioni oscure, ineffabili, come la morte e la rinascita. Qui l'atrocità della guerra si capovolge in esperienza conoscitiva di una situazione-limite: l'orrore può essere riscattato dalla possibilità di una rigenerazione mistica, un ritorno alla vita. Si è, quindi, pensato al memoriale come luogo non-inerte, bensì dinamico, teatro di un viaggio che si dispiega dagli inferi, dalle profondità oscure del sé, verso una potenziale ascesi (una rinascita) e che giunge, infine, alla visione ultima del mistero: l'assoluto come culmine di questa ascesa. Il visitatore esplora varie tappe, attraverso un sentiero che simbolizza il viaggio nell'oltretomba e la conseguente rigenerazione, nella speranza di un tempo privo dell'orrore della guerra.

Collab: Dott. Andrea Quagliana

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